Le zampe posteriori in apparenza sono poco muscolose e i garretti sono abbastanza forti da assicurare una buona agilità.
I piedi sono resistenti all’usura e di buona forma e i pastorali sono corti ma non diritti.
Perciò adattandosi a quella che allora era una terra aspra e povera è cresciuto rustico, forte, robusto, lavoratore e adatto come cavallo da sella ad adeguarsi alle più svariate esigenze.
Per la sua docilità oggi questo tipo di cavallo è apprezzato per la sua dote di ottimo compagno per escursioni e passeggiate sia per adulti che per bambini, in quanto è da considerarsi una falsa leggenda quella che vuole il maremmano come cavallo aggressivo e testardo.
Oggi accanto agli allevatori locali, che allevano questa razza secondo le antiche tradizioni, possiamo trovare allevatori che hanno reso il maremmano un cavallo elegante, elastico, attivo e più bello nelle forme, attuando una vera e propria opera di miglioramento e avviandolo alla carriera agonistica, facendolo divenire un protagonista di tutti gli sport equestri.
Sorvolando sulle ipotesi degli influssi di sangue che hanno contribuito alla sua evoluzione e delle possibili modificazioni dettate da esigenze lavorative e belliche dell’uomo, va ricordato come nel 1500 sia lo Stato Pontificio che il Granducato di Toscana erano notevolmente interessati a questo cavallo ma in due differenti accezioni: il papato preferiva cavalli dal mantello scuro, robusti e di grande mole adatti al tiro delle carrozze, mentre i toscani si orientavano verso cavalli bai più leggeri, con maggiori caratteri orientali e andalusi.
Alla fine del 1800 si introdussero nell´allevamento degli stalloni miglioratori Purosangue Inglese che ne elevarono la statura e ne ingentilirono l´aspetto, pur mantenendo la caratteristica rusticità.
Negli anni seguenti la seconda guerra mondiale il cavallo maremmano ha persino rischiato l’estinzione. Si è salvato grazie alla volontà degli allevatori toscani e laziali, alla fondazione dell’Associazione di Razza e alla creazione nel 1980 del Libro Genealogico affidato all´ANAM (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo di Razza Maremmana) con lo scopo di controllare e sviluppare una razza esclusivamente italiana.
Arriviamo quindi alla storia più recente del Maremmano che oggi è un cavallo da sella che trova impiego a 360 gradi e che vanta il primato di primo cavallo da sella selezionato in Italia attraverso una selezione morfologica dettata da Indici Genetici (sulla base di parametri quali l´altezza al garrese, la circonferenza toracica, quella dello stinco e la lunghezza della spalla) e il Performance Test il cui superamento è necessario per poter iscrivere stalloni e fattrici nel Libro Genealogico.
Proprio un attento e complesso lavoro di ricostruzione genealogica ha permesso di ricondurre tutta la popolazione iscritta nel Libro Genealogico a quattro stalloni attualmente riconosciuti come capostipiti della razza: Otello (Maremmano nato nel 1927), Aiace (Purosangue inglese, 1926), Ussero (razza Moscati, 1920) e Ingres (Purosangue, 1946).
Per tutti basta ricordare Ursus del Lasco, il meraviglioso maremmano allevato all’Alberese con cui Graziano Mancinelli vinse gare internazionali e la Coppa delle Nazioni allo CSIO di Piazza di Siena di Roma e di Barcellona.