D’Alesio: ‘Privatizzare ippica, con quali soldi?’

“L’Organismo ippico italiano ha scritto una bella e lunga lettera ai ministri Martina e Poletti, candidandosi ufficialmente alla gestione dell’ippica italiana ormai prossima alla privatizzazione. I principi etici e tecnici enunciati sono tutti condivisibili e giusti. L’unica cosa che non si comprende bene è questa: i soldi per far funzionare l’ippica privatizzata chi ce li dovrà mettere?”. Lo chiede il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio, commentando la missiva inviata nei giorni scorsi dall’Organismo ippico italiano. “Serviranno oltre 250 milioni all’anno tra montepremi, televisione, giurie, controlli anti-doping, sovvenzioni agli ippodromi, spese per il personale eccetera. Dove pensano di trovare queste somme? Finora e da quando fu istituito l’Unire, i finanziamenti per l’ippica li ha sempre stanziati lo Stato che, una volta privatizzata, non potrà più finanziare ed infatti nel collegato agricolo già viene precisato il taglio del 20 percento all’anno per arrivare dopo cinque anni allo zero dei contributi pubblici. La risposta a questa domanda è fondamentale per comprendere il progetto industriale dei vari candidati alla privatizzazione. Forse si pensa di farcela con la riforma delle scommesse? Ma anche quei proventi sono dello Stato, come tutti i proventi derivanti da tutti i giochi e scommesse. Forse si pensa a qualche acquirente straniero?
Questa si che potrebbe essere una buona soluzione. Forse verrà venduta l’Alitalia perché non vendere anche l’ippica? Insomma la situazione è molto molto complicata, ma comunque siamo sereni: l’ippica gestita dai privati verrà certamente rilanciata e verranno riaperti gli ippodromi chiusi ed altri ne apriranno. Tanto pubblico alle corse corse belle e regolari. Seri controlli per l’antidoping e controlli a tutto campo. Corse con grandi dotazioni e sponsor internazionali. Mai più sovvenzioni agli ippodromi. Riforma delle scommesse non più gestite da Adm, ma direttamente dall’Organismo. I decreti attuativi ormai sono in retta di arrivo e speriamo che non finisca tutto in un bel pasticciaccio all’italiana”, chiosa.

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