In Mongolia è usato come cavallo da lavoro ma può essere usato anche in altre attività comprese le corse.
In Mongolia il pony allo stato brado subì un forte calo durate il XX secolo, finchè non scomparve del tutto verso gli anni ’70. Dalle successive spedizioni, non riuscirono più a trovare tracce dell’animale.
Una delle principali cause dell’estinzione di questo cavallo allo stato selvatico fu la caccia: veniva infatti ucciso perché all’epoca si pensava che il suo muco, denso e verde dovuto alla clorofilla presente nell’erba, potesse curare una malattia che si era diffusa in quei tempi.
Sette anni dopo, nel 1977, fu creata la “Fondazione per la Preservazione e la Protezione del Cavallo di Przewalski”: il programma prevedeva di limitare gli incroci tra consaguinei – anche se ora si sa che vi sono stati incroci con altre razze di cavalli e pony – e di aumentare il numero di capi. Nel 1992 riuscì a reintrodurre 16 cavalli in Mongolia e successivamente molti altri nel Parco Nazionale Hustai.
Ad oggi il programma di ripopolamento continua, fortunatamente con discreto successo.