Tutelare i Cavalli

Movimenti animalisti si battono da anni per far vietare il consumo di carne di cavallo. Se ciò pare improbabile, è importante almeno cercare di ridurre le sofferenze inutili in caso di macellazione.

Violenze e maltrattamenti nei confronti dei cavalli purtroppo non sono casi rari, soprattutto quando l’animale diventa anziano e pertanto “inutile”.
Diverse associazioni per i diritti degli animali richiedono da anni un cambiamento di status per il cavallo: ovvero il riconoscimento dello status di “animale da affezione”, al pari dei cani e dei gatti.
Tale pretesa non è un’esagerazione da sognatori incalliti, bensì una decisione che, se assunta, porterebbe a non poter più considerare i cavalli come animali sottoponibili al macello.
Essendo l’Italia uno dei paesi che maggiormente consuma carne di cavallo l’idea pare impraticabile, ma costituisce comunque una richiesta importante che ha l’obiettivo soprattutto di sollecitare la coscienza delle persone.

Il Cavallo “Animale da Affezione”

Riconoscere il cavallo come animale da affezione gli assicurerebbe un’importantissima serie di tutele, ma soprattutto comporterebbe l’impossibilità di soppressione del cavallo per la macellazione.
La dura legge del mercato ci svela già come ciò sia un’eventualità fortemente improbabile, poiché la forte domanda di carne di cavallo nel nostro paese in qualche modo deve pur trovare un’offerta che la soddisfi.
Vietando la carne di cavallo per il consumo umano si aprirebbe un mercato parallelo di carne importata illegalmente, con nessun controllo sulla salute dei consumatori.
Vietando invece la macellazione dei cavalli in Italia si assisterebbe al ripetersi del caso statunitense, con ingenti quantità di cavalli esportati verso paesi nei quali la macellazione è consentita.

L’Aspetto Economico

In Italia pochissimi cavalli sono allevati per la macellazione.
I cavalli italiani che finiscono al macello sono in gran parte cavalli che fino a poco prima erano occupati in maneggi, scuderie, od altre attività.
A fine carriera questi cavalli non sono più sfruttabili e diventano un costo molto rilevante per i loro proprietari che decidono pertanto di mandarli alla macellazione.
Numerose associazioni ed enti si occupano del recupero e mantenimento di cavalli diventati inservibili.
Tuttavia i costi sono veramente ingenti e sarebbe impensabile che associazioni di questo tipo si possano far carico di accudire tutti i cavalli che cessano la loro attività lavorativa.
L’unica ipotesi praticabile è che siano gli stessi proprietari degli animali ad assicurar loro una serena vecchiaia.
Un obbligo legislativo in tal senso sembra impraticabile, invece una sensibilizzazione morale appare più che opportuna: cercare di far comprendere ai proprietari di cavalli che questi ultimi, in passato entusiasticamente acquistati, hanno diritto a godere di una degna esistenza fino alla morte, e che è compito del proprietario assicurargliela.

Ridurre le Sofferenze

Un altro lato sul quale agire è quello rappresentato dall’utilizzo, corretto e costante, delle buone prassi nei casi di macellazione, col fine di eliminare tutte le sofferenze inutili.
L’animale deve morire nel più breve tempo possibile, mitigandone la sofferenza ed il dolore al massimo.
Oggi invece il cavallo che viene macellato affronta spesso lunghi trasporti senza cibo né acqua, magari su camion sovraffollati.
Una volta giunto al macello dovrebbe poi trovare rapida morte, perché la permanenza in stanze, magari sporche di sangue dei suoi simili, genera nell’animale una paura folle che provoca enorme sofferenza.
In Italia le leggi per evitare sofferenze inutili agli animali esistono, andrebbero solo prestate più attenzione e risorse a far sì che i controlli siano seri e che le sanzioni vengano applicate.
Si tratterebbe di una piccola conquista, ma al tempo stesso di un grande segno di civiltà.

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